
30 Maggio Michail Bakunin
In occasione del 205° anniversario dalla nascita oggi vi parliamo di Michail Bakunin, filosofo anarchico russo
È ricercando l’impossibile che l’uomo ha sempre realizzato il possibile. Coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che appariva loro come possibile, non hanno mai avanzato di un solo passo.
Michail Bakunin, nato in Russia il 30 maggio 1814 viaggiò molto e visse per la maggior parte della sua vita in Europa dove ebbe modo di studiare ed apprezzare la filosofia tedesca , ispirandosi in particolare a Fichte e Hegel.
Condannato a Morte e poi al carcere a vita fu esiliato in Siberia da dove riuscì a fuggire per raggiungere la Svizzera e poi l’Italia (nel 1874 organizzò un tentativo insurrezionale nel Bolognese, che fallì miseramente)
Rivoluzionario anarchico con il coraggio di esprimere pubblicamente le sue teorie , sognava la rivoluzione ,l’abolizione dello stato e dell’autorità, riscuotendo maggiore successo con:
- le masse diseredate e degradate, soprattutto le plebi contadine
- un’avanguardia intellettuale declassata, emarginata dagli strati sociali superiori.
” Chi dice stato o diritto politico, dice forza, autorità, predominio: ciò presuppone l’ineguaglianza di fatto “
Prima amico poi nemico di Marx riteneva che la rivoluzione dovesse attuarsi a livello sociale e non politico.
Il pensiero di Bakunin può apparire privo di struttura ma p invece caratterizzato da una forte coesione intorno ad alcune tesi fondamentali:
- la liberazione totale dell’uomo attraverso l’abolizione dello stato,
- il rifiuto di qualunque socialismo di stato,
- la valorizzazione delle forze sociali che il processo d’industrializzazione tendeva ad emarginare .
La sua opere principale è stata ” Stato e anarchia ” pubblicata in russo nel 1873, a completezza è necessario aggiungere la fitta corrispondenza epistolare che il filosofo intrattenne negli anni con amici e conoscenti in tutta Europa.
Nei suoi scritti Bakunin criticava aspramente
- Mazzini il cui rivoluzionarismo, alla metà dell’Ottocento, non faceva più paura ai governanti europei. Di Mazzini non condivise la “teologia politica” che pone al suo centro lo “Stato-Chiesa”, per usare le parole dell’anarchico russo: per Bakunin l’impegno di un vero rivoluzionario non deve proporsi la riforma o la separazione delle due istituzioni, ma la loro abolizione.
La rivoluzione sorgerà attraverso la spontanea organizzazione del lavoro e della proprietà comune da parte di associazioni di produttori e dall’altrettanto spontanea formazione delle comunità, non dalla suprema azione dello Stato.
- Marx che sosteneva la conquista dello stato e la centralizzazione del potere per emancipare il proletariato
Lo Stato è la più flagrante, la più cinica, la più completa negazione dell’umanità. Esso frantuma la solidarietà universale di tutti gli uomini sulla terra e li spinge all’associazione al solo scopo di distruggere, conquistare e rendere schiavi tutti gli altri. Protegge solo i suoi cittadini e solo entro i suoi confini riconosce diritti, umanità e civiltà.
Lella Dellea
Fonti:Filosofico.net
Treccani enciclopedia

