Ripartiamo con i racconti brevi!
Il racconto di oggi parla di adolescenza ma anche di sentimenti, di legami, di come a volte non vediamo l’ovvio ma è sufficiente che qualcuno esprima ad alta voce ciò che sentiamo per indicarci la via
Mentre cerco di concentrarmi nella lettura odo l’ennesimo sospiro.
Sollevo lo sguardo senza farmi notare e la osservo, è visibilmente agitata, si sta dedicando allo zapping compulsivo e cambia continuamente posizione.
Quel povero divano non ne potrà più, prima solleva le gambe e le stringe come ad abbracciarsi da sola, dopo un istante si sdraia e le allunga sui morbidi cuscini per poi sollevarsi e poggiare i piedi sul tappeto.
Al mio occhio esperto risulta più che evidente la sua insofferenza. Ho capito, devo prendere in mano la situazione e parlarle.
Avverto la vibrazione del cellulare sul tavolo e Marina scatta come un felino per raggiungerlo e leggere, assume poi un’espressione delusa e lo ripone senza rispondere.
“Tutto ok tesoro?” oso chiederle.
Con gli occhi velati di lacrime mi fissa e sbotta alzando la voce “ No, sei contenta? Non va bene niente, come sempre!”
Tipico della mia sorellina, quando qualcosa non va come vorrebbe urla e strepita in una crisi di pianto isterico.
Mi alzo e la raggiungo, accetta il mio abbraccio senza opporsi e si lascia cullare per qualche minuto mentre avverto il caldo liquido lacrimale sulla mia spalla attraverso la maglietta leggera.
Il cellulare vibra nuovamente sul tavolo e Marina smette improvvisamente di piangere per raggiungerlo con aria speranzosa. Sonno troppo curiosa e non posso evitare di guadare il nome che appare nella notifica , “Alice”. Anche questa volta l’apparecchio elettronico viene accantonato in malo modo con aria cupa.
“ Non rispondi? “ le chiedo, “Forse dopo, quando avrò tempo “ ribatte con aria distratta mentre si siede nuovamente davanti al televisore.
La raggiungo, afferro il telecomando e spengo, è giunta l’ora di un confronto diretto e senza distrazioni.
“ Ora per cortesia, mi spieghi cosa sta succedendo! Sei nervosa, triste e visibilmente agitata, non rispondi alla tua migliore amica e credi che io sia felice del tuo dolore, il che è a dir poco assurdo!”
“ Uffa, ma cosa vuoi? Sei stata a Londra per sei mesi fregandotene della mia vita e ora torni e pensi di sapere tutto? “ domanda con tono di sfida.
Respiro profondamente per mantenere la calma, prima di prendere le sue mani tra le mie ed iniziare ad accarezzarle lentamente, la conosco bene e l’aggressività non è altro che scudi per la sua vulnerabilità.
“ Non mi inganni mascherina! Non sono io il problema e nemmeno il mio soggiorno a Londra. Hai ragione, sono stata via per mesi ma ci siamo sempre tenute in contatto e ho notato che da qualche settimana non mi parli più di Alice. “
Lei mi guarda con un’espressione dubbiosa, come se stessi dicendo assurdità
“Eravate inseparabili e ora non rispondi nemmeno ai suoi messaggi . Sono rientrata da una settimana e l’ho vista solo una volta di sfuggita, e … “
Vedo un lampo di irritazione nei suoi occhi “ E … ?” chiede urlando
“ E , in quell’ occasione l’hai quasi ignorata perché concentrata in una fitta conversazione con Caterina in cui ti sei ben guardata dal coinvolgere anche Alice!”
Le sue gote si imporporano e, come prevedevo, si inalbera immediatamente alzandosi di scatto per salire le scale ed allontanarsi
“ Non è affatto vero! Sai che voglio un sacco di bene ad Alice!”
Allungo un braccio e le agguanto un polso con delicatezza ma con la dovuta decisione, obbligandola a tornare sui suoi passi e a fissarmi negli occhi mentre le parlo.
“ Non ho dubbi sul vostro legame, vi siete sostenute a vicenda tante volte e lei ha la rara capacità di dirti ciò che pensa senza timore eccessivo delle tue reazioni e del tuo caratterino ! Ma … tornando a noi, mi spieghi cosa ti turba?”
Abbassa lo sguardo e si fissa lo smalto colorato sulle unghie dei piedi, sussurrando a fior di labbra
“ Caterina”.
Ora sono io ad avere un’espressione stupita e perplessa.
Mia sorella e Caterina si conoscono da anni e il loro rapporto ha avuto alti e bassi nel corso degli anni.
Negli ultimi mesi si sono viste spesso, anche perché Martina si è generosamente messa a sua disposizione per aiutarla nello studio considerando che, per problemi familiari, l’amica è stata costretta a fare molte assenze.
“ Scusa Marty, ma potresti essere più esplicita?”
“ Temo di averla persa! Fino a due giorni fa eravamo sempre insieme, invece ora che è in vacanza non mi considera minimamente, non risponde ai messaggi, non chiama, mi ignora. Ho fatto di tutto per non sbagliare ancora ma probabilmente ho fallito miseramente!”
L’insicurezza delle adolescenti a volte non ha limiti!
“ Aspetta un secondo. Mi stai dicendo che credi di aver perso un’amicizia perché Caterina non si fa sentire da due giorni? “
Trattengo a stento un sorriso, per lei è importante e non devo mostrarmi ironica o insensibile.
“Si” confessa rischiando di scoppiare in lacrime un’altra volta.
“ Provo a riepilogare: Tu hai due amiche con la A maiuscola.
Alice, a cui dici di voler bene ma a cui non sempre rispondi, passi del tempo in sua compagnia solo quando hai un buco libero e non le dai mai la sensazione di essere importate per te, anche sei lei per te c’è sempre stata.
Caterina, per cui cammineresti sui carboni ardenti pur di non vederla allontanarsi da te, con cui condividi ogni momento possibile, spesso a sua discrezione. Se ti ignora ti fai mille fisime e credi di aver sbagliato qualcosa.
Se provi a rifletterci con calma i conti non tornano “
Martina si agita, il che significa che sta iniziando a capire anche se non lo vuole ammettere nemmeno con sé stessa.
“ Continuo a non seguirti” ribatte seccata “ Sentiamo queste due ipotesi che poi ho da fare!”
Sospiro nuovamente, fino a un minuto fa era annoiata e non sapeva come passare il tempo ed ora si è ricordata di un impegno inderogabile?
“ Ok. Ipotesi 1 “
e chiudo la mano a pugno sollevando il pollice
“ Le amiche ci sono e ci saranno sempre l’una per l’altra. Non è necessario preoccuparsi delle loro reazioni o dei loro sentimenti, a comando posso chiamarle e loro sono tenute a seguire i miei ritmi, i miei tempi e i miei capricci. Se non lo fanno è colpa loro!
Ipotesi 2”
Questa volta ripiego il pollice e sollevo indice e medio
“ L’amicizia è un bene prezioso che va coltivato e curato, altrimenti i rapporti si incrinano e rischiano di spezzarsi. Dobbiamo sempre metterci nei panni dell’ altro, dimostrare sensibilità ed affetto nei confronti di chi ci vuole bene. Anche se si ha poco tempo da passare insieme è necessario farlo con il cuore , senza distrazioni e senza priorità differenti. Le persone sono diverse tra loro e anche i legami che si creano sono differenti ma non per questo un’amica è meno importante dell’ altra . Non possiamo permetterci di dare per scontato che le persone siano sempre a nostra disposizione. “
La mia dolce sorellina non parla , sta riflettendo , riesco a sentire il suo battito accelerato e il respiro affannato.
“ Io sceglierei la due “ mi dice timidamente. ” forse sono troppo agitata e Caterina mi risponderà presto. Ora se non ti dispiace, dovrei fare una telefonata“
Afferra il cellulare e mentre sale le scale sento la sua voce squillante
“ Ciao Ali! Scusa se non ti ho risposto prima, stavo parlano con mia sorella! Ti andrebbe di fare un giro e andare a prenderci un gelato in piazzetta? E’ da tanto che non ci ritagliamo un pomeriggio tutto per noi ! “
Sorridendo afferro il mio libro e mi posiziono sul divano. Crisi risolata e meritato relax. A volte basta sentirsi dire ad alta voce ciò che già sappiamo per trovare lo stimolo ed agire nel migliore dei modi.
Lella Dellea
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