Charles Péguy è stato uno scrittore, poeta e saggista francese nato il 7 Gennaio 1873 e morto al fronte il 5 Settembre 1914
[amazon_textlink asin=’1985893819′ text=’Charles Péguy’ template=’ProductLink’ store=’ourfreetime-21′ marketplace=’IT’ link_id=’c2ed287c-1270-11e9-b4b8-b1c8dd980680′] e la guerra
Tra i tanti caduti della prima guerra Mondiale vi era anche Charles Péguy .
Poeta, scrittore, filosofo, uomo di idee e d’azione, socialista ma anarchico, anarchico e socialista ma cristiano, cattolico patriota che però difese senza remore l’alto ufficiale ebreo Dreyfus dall’ingiuria di alto tradimento, Péguy fu tra le prime vittime della Grande Guerra. Morì tra tanti, come tanti, nella prima battaglia della Marna
Il 5 settembre 1914, in un campo di barbabietole nei pressi di Villeroy, a soli 22 km da Parigi, un luogotenente di quarant’anni perdeva la vita, colpito da un proiettile alla fronte. Rapporti e referti riportano freddamente che l’uomo «si era esposto troppo», avanzando in piedi, spada alla mano, verso la linea nemica.
Péguy non ha ucciso; Péguy ha combattuto una guerra, senza avere il tempo di capire che non era la “sua” guerra.
Eppure anche in questo abbaglio, c’è una decisione, un evento che scompone l’ordine troppo ordinato delle cose.
Ne La nostra giovinezza (1910) aveva scritto:
«quello che c’è di più imprevisto è sempre l’evento. Basta avere un po’ vissuto fuori dai libri di storia per sapere, per aver provato che tutto quello che si vuol far emergere è generalmente quello che accade di meno e quello che non si vuol far emergere è generalmente quello che accade»
Il 5 settembre 1914, in un campo di barbabietole nei pressi di Villeroy, a soli 22 km da Parigi, un luogotenente di quarant’anni perdeva la vita, colpito da un proiettile alla fronte. Rapporti e referti riportano freddamente che l’uomo «si era esposto troppo», avanzando in piedi, spada alla mano, verso la linea nemica.
Dei pochi istanti che precedettero lo sparo, ben oltre la fredda scrittura dei rapporti, i compagni di Charles Péguy ricorderanno le sue ultime parole: «Dio, eccomi». Altre volte, in altre circostanze aveva scritto: «Ti renderò ciò che è tuo».
Fonte: Vita.it