In ricordo dell’uccisione di Gandhi avvenuta il 30 Gennaio 1948
Mohandas Karamchand Gandhi noto anche come Mahātmā (sanscr. “grande anima”).
Dopo aver stodiato a Londra ed aver conseguito una laurea in giurisprudenza Gandhi visse per diversi anni in Sudafrica svolgendo la professione di avvocato.
Colpito dalle difficili condizioni di vita e dalla situazione sociale ed economica del suo paese decide di tornare in patria e di dedicarsi alla causa della popolazione indiana .
In un primo momento ebbe un atteggiamento conciliante verso l’Inghilterra sperando di ottenere delle concessioni , per poi ricredersi.
Di indole pacifica però non ricorse alla violenza ma utilizzò la teoria del satyāgraha, (resistenza passiva o”insistenza per la verità”) e l’ahimṣā ( non-violenza) portando però alla disobbedienza civile.
Divenne Leader del movimento per la libertà e l’indipendenza dell’India
Poco dopo il termine della prima guerra mondiale fu arrestato e condannato ma nel 1924 ottenne la grazia e nel 1929 riprese la sua attività a favore dell’indipendenza politica dell’India.
Fu arrestato più volte, e riuscì ad imporre la sua volontà all’Inghilterra per l’immenso prestigio morale di cui godeva, attuando lunghi e prolungati digiuni.
Nella seconda guerra mondiale, mantenne fermissima l’esigenza dell’indipendenza e fu incarcerato per per circa due anni (1942-44), dopo la liberazione prese parte alle trattative che condussero alla proclamazione dell’indipendenza dell’India.
La scissione del Pakistan fu però contraria agli ideali unitari di Gandhi, che la subì perché resa necessaria dalle rivalità etniche e religiose.
Gandhi svolse opera di pacificazione, ma scomparve il 30 gennaio 1948 vittima dell’attentato di un fanatico indù.