Poesie di grandi autori

“Il bambino perduto” di William Blake

Per lo spazio “poesia” di oggi leggiamo insieme un componimento di William Blake

Il bambino perduto

Babbo, babbo, dove vai?
Oh, non camminare cosi veloce.
Parla, babbo, parla a al tuo bambino,
o io mi perderò.
La notte era scura, nessun padre c’era;
il fango era profondo,
e il bimbo pianse,
e la nebbia svani fugace.

Poesia di William Blake, per saperne di più vi consigliamo di visitare il sito isoladellapoesia 

La poesia di oggi evoca un senso di smarrimento. Con stile diretto, sintetico conciso, il poeta sottolinea la paura di questo fanciullo che si sente solo e confuso senza l’appoggio del padre. Il testo va però considerato anche in relazione ad un altro poema di William Blake.

Il bimbo ritrovato

Il bimbo perduto nella solitaria palude,
guidato innanzi dalla luce vagante,
cominciò a piangere, ma Dio sempre vicino,
apparve come suo padre in abito bianco.

Baciò il bimbo e lo prese per mano
e lo portò dalla madre,
che pallida per la pena,
attraverso la valle solitaria,
cercava il suo piccino tutta in pianto.

 

In questo secondo poema, Blake esprime il sollievo, la soluzione. Il pianto sincero e “puro” del bambino richiama la presenza divina che, sopperendo alle mancanze umane, provvede a risolvere la situazione e a riportare l’equilibrio.

 

Mi ha colpito molto come nella prima poesia sia predominante il tema dell’assenza del padre, del vuoto e dell’angoscia che questo crea nel fanciullo.

Un padre che sembra sfuggente, incapace di adattare il suo passo a quello del piccolo e di ascoltare. Nella seconda invece Dio è visto come un padre premuroso, attento ai bisogni del figlio.

 

apparve come suo padre in abito bianco.

Baciò il bimbo e lo prese per mano
e lo portò dalla madre,

Appare, rincuorandolo con la sua presenza, lo bacia per trasmettergli amore ed empatia, lo tiene per mano, affinché non possano separarsi, lo conduce dalla madre per tranquillizzare anche la donna ormai disperata per la perdita del figlio.

Due poesie brevi ma intense, scritte molto tempo fa ( nella raccolta Songs of Innocence nel 1789) ma che possono farci riflettere anche oggi.

 

Lella Dellea

OurFreeTime

 

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