Riflessioni di un anomalo protagonista.
Vi è mai capitato di vivere un momento di solitudine e riflessione, un piccolo spazio solo per voi e ripensare a un amico che non vedete da tempo o che avete perso?
Il racconto breve di oggi, particolarmente sintetico, narra questa sensazione di vuoto mista ad un velo di nostalgia vissuta da un punto di vista differente. Leggete fino alla fine perché solo al termine del racconto vi verrà svelata l’identità del protagonista ( e non vale imbrogliare!)
L’amico Scomparso
Le temperature stanno diminuendo, ormai l’autunno è nel pieno della sua bellezza. Se guardo verso l’alto posso scorgere il filare alberato con i suoi affascinanti colori; giallo, arancio, rosso acceso e color rubino, magistralmente accostati come tracciati da una tavolozza ben selezionata dal pittore.
Odo un vociare in lontananza, dei bambini stanno giocando nel parchetto oltre la siepe, le loro risate riempiono l’aria di allegria e leggerezza. Dal nulla si avverta una voce acuta che, con tono isterico, lo richiama e intima loro qualcosa. Non ho mai compreso questa esigenza umana di avere il controllo totale sulle emozioni ed i gesti dei piccoli, per mia fortuna io non ho avuto questo tipo di problemi. Da noi è tutto più semplice, segue il corso della natura ed i cuccioli vengono “sorvegliati a distanza” e per un periodo limitato, solo per verificare che non corrano pericoli troppo grossi prima di essere in grado di cavarsela da soli.
Una piccola imbarcazione sta raggiungendo il centro del laghetto, mi fermo incantato dal movimento ritmico dei remi che vendono immersi nell’acqua limpida ad intervalli regolari.
Scorgo due teste, ricoperte da altrettanti cappelli di paglia ma da questa posizione non vedo altro.
Mi piacerebbe che fosse una coppia in cerca di un po’ di intimità, lontana da tutto, desiderosa di ammirare il paesaggio tenendosi per mano, e approfittarne per qualche bacio o carezza. Ho uno spirito romantico, anche se può sembrare strano!
Oppure potrebbero essere due amici, due ragazzi giovani in cerca di un luogo tranquillo dove scambiarsi opinioni e confidenze senza orecchie indiscrete.
Se ci fosse il mio amico Nemo potremmo giocare a “indovina chi…”, spremo le meningi e mi sforzo di immaginare gli occupanti della barca.
Da solo è meno divertente ma lui non c’è più. La scorsa settimana, incurante dei miei suggerimenti, si è lasciato tentare da un vermicello colorato. Ingolosito dal profumo e dalla particolare vivacità della bestiola se ne è cibato e la lenza degli uomini lo ha portato a galla. Poi è stato rinchiuso in una spessa cesta di rete d’acciaio. Ho nuotato alla velocità cella luce per raggiungere il branco e cercare aiuto ma quando sono tornato lui non c’era più!
Gli uomini sopra la mia testa hanno lanciato qualcosa in acqua. Lo sgomento mi pervade, non si tratta di due innamorati o di ragazzi ma di pescatori!
Se potessi urlare lo farei ma i pesci sono muti! Non mi resta che allontanarmi il più possibile, facendo attenzione ai predatori, immerso nei miei pensieri.