Paolo Arigotti

L’autore Paolo Arigotti si presenta

Per il post autore di oggi abbiamo chiesto a Paolo Arigotti, scrittore cagliaritano, di raccontarci qualcosa dei suoi libri …

Vi scrivo per presentare i miei lavori letterari pubblicati, rispettivamente, nel 2015 e 2018: Un triangolo rosa e Sorelle molto speciali.

Essendo un grande appassionato di storia e diritti civili, mi sono laureato in Giurisprudenza nel 1998 e sono laureando in Storia e società; come negli studi, ho cercato di conciliare nelle mie opere alcune delle mie grandi passioni.

Unitamente al desiderio di avvicinare e suscitare nel lettore un crescente interesse per eventi e fatti storici di primaria importanza, ho tentato di lanciare alcuni importanti messaggi, quali coraggio delle proprie idee ed azioni, specie in un’epoca dominata da regimi totalitari che volevano una sorta di massificazione degli uomini (e donne) e delle idee, senza nessuno spazio per dissenso o alterità, fino ad arrivare al criminale progetto di eliminazione fisica del “diverso” (o presunto tale).

Un altro pericolo sul quale mi sono soffermato, con l’autorevolissimo precedente di Primo Levi, è quello dell’oblio: come all’epoca > nessuno avrebbe immaginato che nella “civilissima” Europa potessero consumarsi crimini tanto efferati, se la memoria venisse rimossa o peggio banalizzata – i tentativi non mancano – il rischio di un ripetersi di certi eventi non potrebbe essere confinato alla penna di pochi “profeti di sventura” (o presunti tali).

Le parole di Bauman, in quel monumento alla sociologia che è Modernità ed Olocausto, sono come macigni: calati in una certa realtà chiunque può divenire il carnefice e chiunque può essere la vittima.

Il mio è e vuole essere un contributo molto modesto, ma in ogni modo evocativo dell’importanza della memoria, del significato di certi fatti e fornire una breve analisi dei fattori scatenanti, ma di non minore rilevanza il ribadire come siano sempre esistite persone che, ragionando con la propria testa, hanno > combattuto, talvolta a rischio dell’estremo sacrificio, contro l’orrore che li circondava.

La mia pagina Facebook (facebook.com/paoloarigotti )è ricca di eventi cui ho partecipato o ai quali mi avvio a prendere parte, anche in veste di organizzatore: presentazioni, incontri con gli studenti delle scuole superiori, interviste radio televisive, fiere e manifestazioni.
Nel restare a disposizione per ogni contatto o approfondimento, vi anticipo che nelle prossime settimane uscirà il mio nuovo romanzo, sempre dedicato a temi scottanti ed attuali.

Sinossi di  “Due sorelle molto speciali” di Paolo Arigotti

Il racconto prende avvio dal ritrovamento di alcuni vecchi fogli ingialliti.
La trama vede come protagoniste assolute due donne, sorelle gemelle, nate in
una nobile e ricca famiglia della Germania ai primi del novecento.
I personaggi sono frutto della mia fantasia, ma immersi in un contesto storico
reale, per la ricostruzione del quale mi sono documentato con ogni cura,
approfittando della mia grande passione per la materia e del prezioso aiuto di
associazioni a tutela dei diritti delle persone disabili.
L’ambientazione è quella della fine dell’impero tedesco e del primo
dopoguerra, fino ad arrivare agli anni del nazifascismo; saranno proprio tali regimi ad
avere un ruolo determinante nel destino di Elene e Johanna, le due eroine della trama.
Non mancano riferimenti storici ai principali fatti di quegli anni, a cominciare
dall’evoluzione delle cosiddette teorie eugenetiche, rivolte alla ricerca della
perfezione e purezza della razza, all’origine dei folli progetti nazisti di sterminio della
vite giudicate “indegne di essere vissute”.
Le due sorelle scelgono di abbandonare, sia pure in tempi diversi, la Germania:
Johanna si stabilisce in Italia a metà degli anni venti per seguire i suoi studi, mentre
Elene, dopo essersi sposata, lascerà la Germania nel 1933, dopo l’avvento al potere di
Hitler.
Circa un anno dopo, Elene da alla luce due gemelle, una delle quali affetta
dalla sindrome di Down.
La madre – donna di grande cultura ed indipendenza – compie una scelta per
quei tempi rivoluzionaria, rigettando pregiudizi ed ignoranza che circondavano
all’epoca la condizione di diversità: avvia – sostenuta in questo dal marito e dalla
sorella – un coraggioso percorso personale di sviluppo ed educazione per la figlia,
divenendo un’antesignana dei più moderni approcci a tale problematica ed un punto
di riferimento per tante altre mamme di bambini “diversi”.
Lo scoppio della seconda guerra mondiale non sembra cambiare le cose, finché
il marito di Elene non viene richiamato alle armi in patria.
I genitori sono venuti a conoscenza dei terrificanti piani di morte nazisti contro
le persone affette da disabilità mentale (cd. Aktion T4) e temono che un rientro in
Germania possa mettere a rischio la vita stessa della loro piccola Sara.
Grazie all’aiuto ed al sacrificio della sorella di Elene, Johanna, a sua volta
legatissima alle nipotine, tale pericolo sarà scongiurato in un primo momento, ma la
polizia nazista – dopo che Johanna muore in un bombardamento – scopre il loro
escamotage ed obbliga Elene – sulla scia di eventi imprevisti ed imprevedibili – a
riparare in Svizzera, dove rimarrà fino al termine della guerra.
Sarà decisivo in questo l’aiuto di alcuni co protagonisti, come la principessa e
Valentina, amica e compagna di Johanna; un aiuto provvidenziale contribuirà a dare
una svolta decisiva agli eventi.
Volendo tracciare un brevissimo profilo dei principali attori della trama,
comincerò da Elene e Johanna, le due sorelle legatissime tra loro che affronteranno

assieme la vita e le avversità; Herbert, il marito di Elene, uomo coraggioso e devoto,
profondamento innamorato della moglie e della famiglia; la principessa, amica di
Elene e Johanna, che non risparmierà impegno ed energie per venire in loro aiuto;
Valentina, amica e compagna di Johanna, al fianco di Elene nei momenti più difficili;
Sara, l’amata nutrice di Elene e Johanna, che farà di loro due splendide donne;
Alfredo Olmi, l’amico poliziotto ed infine (non certo in ordine di importanza) Maria
e Sara, le due figlie gemelle di Elene educate all’amore ed allo sviluppo delle proprie
potenzialità, che permetteranno proprio a quest’ultima di salvare madre e sorella
quando tutto sembrava perduto.
Completano il quadro alcuni personaggi sicuramente “negativi” che coi loro
pregiudizi e cieco servilismo alle logiche del potere, assumono un ruolo decisivo nel
dare una svolta agli eventi.
La fine della guerra, coi suoi tragici strascichi, aprirà nuove prospettive, fino ad
arrivare ai giorni nostri, con una spiegazione finale, forse inattesa, di alcuni eventi
fino a quel momento misteriosi.

 

 

 

Sinossi di “Un triangolo rosa” di Paolo Arigotti

30 gennaio 1933. Adolf Hitler è nominato cancelliere della Germania, divenendone in
breve tempo padrone assoluto.
La notizia arriva in Italia, dove il giovane Marco, impiegato di notaio, è al lavoro,
mentre Berlino festeggia con fiaccolate e processioni pagane per le vie della città.
Tra i giovani che sfilano per le strade della capitale tedesca c’è il giovane Klaus, al
quale a breve un alto ufficiale delle SS, Walter Schellenberg, offrirà un posto nei
pretoriani di Hitler, aprendogli le porte ad una luminosa e fulminante carriera, che lo
porterà a collaborare alla notte dei lunghi coltelli ed alla nascita dei primi lager.
Marco viene convocato qualche tempo dopo a colloquio privato dal suo datore di
lavoro, l’anziano notaio ebreo Spagnoli, che gli anticipa, con una lungimiranza
sorprendente, i successivi eventi, tra i quali la campagna d’Etiopia e l’avvicinamento
dell’Italia fascista al terzo Reich, compreso il varo delle leggi razziali.
Marco riceve un’offerta di collaborazione con non meglio precisate forze
d’opposizione, decidendo di accettare in nome degli ideali di libertà appresi dal padre,
convinto socialista.
Grazie ad una fitta rete, Marco entra in contatto con un giovane e brillante avvocato,
Luigi Marini, con il quale instaura una solida amicizia destinata, con l’andare del
tempo e dopo i gravi lutti che colpiscono il giovane, a diventare una relazione
sentimentale, tenuta nascosta a tutti.
Gli eventi precipitano e i venti di guerra soffiano sempre più forti, mentre tutti i fatti
pronosticati da Spagnoli si avverano implacabilmente.
Poco dopo l’inizio della guerra anche Spagnoli muore, lasciando una grossa eredità a
Marco, unitamente al compito di proseguire nella rete di contatti clandestina che,
inutilmente, aveva cercato di evitare l’entrata in guerra dell’Italia.
Sul letto di morte l’anziano uomo confiderà a Marco di sapere tutto del suo rapporto
con Luigi, raccomandandogli grande prudenza e testimoniandogli in questo modo il
suo profondo affetto.
La dichiarazione di guerra del 10 giugno 1940, fortemente voluta da Mussolini
nell’illusione di non combatterla, trascina il paese in un conflitto devastante, mentre
Marco e Luigi avviano una collaborazione sempre più stretta con il Vaticano,
assumendovi impieghi delicati ed importanti.
I due ragazzi vengono a sapere degli orrori perpetrati nei campi dell’est Europa, anche
a danno di persone che vivono la loro stessa condizione, come già noto a Luigi grazie
ai rapporti instaurati con alcuni giovani tedeschi prima dell’avvento al potere del
nazismo.
Durante un ricevimento ufficiale, Marco, presente nella nuova veste di funzionario
presso la segreteria di stato vaticana, fa la conoscenza di un giovane ufficiale nazista,
in servizio da poco nella capitale italiana: Klaus.
Per tre anni le cose restano immutate per Marco e Luigi, che portano avanti
segretamente la loro relazione, mentre la guerra travolge l’Italia ed il fascismo, a

causa di una serie di rovinose sconfitte, che a poco a poco minano lo stesso mito
dell’invincibilità tedesca.
Lo sbarco alleato in Sicilia spinge il Re, fino a quel momento sostenitore del
fascismo, a destituire il Duce ed a chiedere un armistizio, che però causa l’invasione
tedesca del Paese.
L’occupazione dà avvio ai progetti di rastrellamento degli ebrei romani, che Marco e
Luigi cercano di evitare; in quella occasione conoscono e stringono amicizia con la
famiglia di Deborah, appartenente alla comunità ebraica della capitale.
Tra la donna e Marco nascerà immediatamente un rapporto molto forte, e Deborah gli
confiderà di aver capito la natura del suo rapporto con Luigi.
Le loro attività clandestine vengono spiate e riferite ai nazisti da un sacerdote
collaborazionista, mosso da intenti personali ed egoistici, che conducono all’arresto di
Marco e Luigi, proprio ad opera di Klaus.
L’ufficiale, richiamato in Germania per prestare servizio ad Auschwitz, dove nel
frattempo sono stati deportati Deborah e la sua famiglia, chiede ed ottiene di portare
con sé i prigionieri, per spingerli a collaborare.
In realtà, i motivi sono altri.
Klaus, invaghitosi di Marco, lo vuole e gli propone un patto: concedersi a lui in
cambio della salvezza per sé, il compagno e Deborah.
Marco è costretto ad accettare; dopo qualche tempo Klaus, che già nutriva seri dubbi
sugli stermini perpetrati ad Auschwitz, si convince che occorre fare qualcosa e spinto
dai suoi sentimenti per Marco decide di collaborare con lui, favorendo la sua
rocambolesca fuga assieme a Luigi.
Il loro intento di portare al mondo libero le prove degli eccidi non raggiunge lo scopo
desiderato, mentre il rapporto tra Marco e Luigi entra in crisi quando quest’ultimo si
rende conto che pure Marco si è innamorato di Klaus.
Tornati a Roma Marco rivede Klaus, che gli confida di aver tradito; il giovane, dopo
la liberazione della città, decide di proseguire la lotta contro il nazismo, unendosi ai
partigiani del nord, anche per non abbandonarlo.
A Firenze Marco riceve l’incarico di farsi portatore a Mussolini di una proposta di
pace vaticana, purtroppo senza successo.
Il giovane resta a Milano, dove nel frattempo è stato inviato Klaus; i due si rivedono e
per breve tempo vivono il loro amore.
La scoperta del tradimento da parte delle SS, determina l’arresto di Klaus e dello
stesso Marco, il quale, in occasione di una nuova fuga, viene ferito a morte; dopo
mille vicissitudini morirà a Milano, proprio il giorno della liberazione.
Klaus, rimasto solo, viene arrestato e processato per crimini di guerra, ma eviterà la
condanna a morte grazie alla difesa di Luigi, che metterà da parte risentimento e
preconcetti per ottemperare alle ultime volontà di Marco.
Deborah, sopravvissuta ai campi grazie a Klaus assieme alla figlia Ester, resterà loro
vicina, contribuendo all’assoluzione dell’ufficiale nazista.
Quando Klaus verrà rilasciato, i due torneranno assieme a Roma, dove tra loro
nascerà una relazione stabile, destinata a durare mezzo secolo, senza mai dimenticare
il compianto Marco.

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