Ricordate le figure retoriche?
Ammetto di averle studiate poco e male in gioventù quindi vorrei ripassarle con voi.
Oggi parleremo di “Ossimoro” .
Abbiamo qui raccolto per voi alcuni estratti da vari siti per comprendere meglio di cosa si tratta.
Si tratta dell’ accostamento di due concetti opposti per sottolineare un concetto o enfatizzare una parte della frase.
Navigando nel web mi sono imbattuta in un post interessante sull’argomento, diceva:
“Oltre ad essere espressioni accattivanti che facilmente catturano l’attenzione del lettore e dell’ascoltatore, gli ossimori sono figure retoriche poetiche: sondano le possibilità concettuali dei crinali che separano gli opposti. L’ossimoro esprime qualità inusuali di un concetto, ne forma uno nuovo – a prima vista chimerico, ma che nasconde un senso preciso, difficilmente esprimibile altrimenti. Certamente è una figura retorica spiazzante, ma nella comunicazione attenta, ricercata, vivace, fantasiosa, creativa – in una parola, poetica – non può mancare: è una figura retorica che parla alla pancia e al cuore.”
Per comprendere appieno di cosa stiamo parlando vi propongo due esempi illustri:
“L’infinito” di Giacomo Leopardi
“…E ’l naufragar m’è dolce in questo mare”;
“Lettera alla madre” di Salvatore Quasimodo
“gli alberi si gonfiano d’acqua, bruciano di neve…“
Lo possiamo riscontrare anche in discorsi comuni :
- Nella sua lucida follia era in grado di dipingere in maniera eccelsa
- Nel buio totale ero sopraffatta da quel silenzio assordante
Definizione ( da Enciclopedia Treccani)
ossimoro
Figura retorica che consiste nell’unione sintattica di due termini contraddittori, in modo tale che si riferiscano a una medesima entità. L’effetto che si ottiene è quello di un paradosso apparente;
per es.: tacito tumulto (G. Pascoli); convergenze parallele(A. Moro); insensato senso (G. Manganelli).
Pronuncia
La pronuncia più moderna è ossìmoro quindi con l’accento sulla ì. La pronuncia invece con l’accento sulla ò (cioè ossimòro) è invece più tradizionale ed è anch’essa corretta ma quella più diffusa e da usare è la prima e cioè appunto ossimoro.
Ossimoro o Giustapposizione?
E’ facile confondere ossimoro e giustapposizione.
Distinguerli tuttavia non è così complesso, basta ricordare questa semplice regola
L’ossimoro è una giustapposizione speciale poiché le parole contraddittorie sono poste l’una accanto all’altra mentre, in giustapposizione, le parole opposte possono essere molto distanti.
Ricordate che:
• Mettere i concetti astratti opposti l’uno accanto all’altro in una frase è uno strumento linguistico chiamato ossimoro che viene usato come figura retorica dallo scrittore.
• Lo strumento è giustapposto quando le parole contraddittorie non sono l’una accanto all’altra.
Fonti: Treccani, unaporolaalgiorno, sapere.it, letteratura.net
Avete voglia di condividere con noi qualche esempio?
Lella Dellea