
NATALE A WOLFVILLE di Lella Dellea
Benvenuti alla nuova rubrica : ” Racconti brevi in attesa del Natale”
Questa settimana vi riproponiamo un racconto creato lo scorso anno per un contest.
NATALE A WOLFVILLE
Santa Klaus, ormai a buon punto con i preparativi, decide di far visita a dei vecchi amici in difficoltà che gli
hanno chiesto aiuto.
Sa che per compiere questo viaggio dovrà lasciare a casa la sua casacca magica e tornare ad essere un
semplice essere umano per un paio di giorni ma non si lascia scoraggiare.
Quando Santo, il nome scelto per questo viaggio, arriva a casa dei suoi amici, i coniugi Mark ed Edith Dream,
è felice di respirare aria di festa.
Il Natale è ormai alle porte e le case ed i cortili sono decorate con luci colorate e, passando per le strade,
non è inconsueto udire allegre canzoncine.
Il padrone di casa lo stringe in un caloroso abbraccio dicendo < Benvenuto! Hai fatto un lunghissimo viaggio
per raggiungerci e te ne siamo infinitamente grati!>
L’anziano barbuto, con il suo maglione rosso decorato da una renna bianca, con la sua voce calda e gentile
risponde
< Non ringraziarmi, amico mio. Ci conosciamo da tanto e so che tu e tua moglie non mi avreste chiesto aiuto
se non fosse stato strettamente necessario. Ora raccontami tutto, vorrei capire come aiutarti.>
Mark è agitato e nervoso, continua a fissare fuori dalla finestra, oltre il grande albero addobbato, e si sfrega
le mani mentre cerca di riordinare i pensieri:
< Ultimamente accadono cose molto strane in città. Sono comparsi i lupi mannari nel bosco, azzannano
chiunque passi nelle vicinanze nelle notti di luna piena, trasformando i malcapitati in mostri come loro.
Approfittano del buio e attaccano alle spalle e non c’è scampo. Hanno una forza inaudita, sono velocissimi e
hanno una vista incredibile!>
< Pare che tu li conosca bene!> sentenzia il nuovo arrivato.
< Molto bene purtroppo > ribatte una voce alle loro spalle.
Si voltano e, sulla porta accanto al grande presepe, notano la presenza del giovane Nick, figlio della coppia
< Che piacere rivederti, sei diventato un uomo ormai! Sono anni che non scendo più dal vostro camino!>
Il buon barbuto si alza per abbracciarlo, ma il giovane lo respinge e ad una velocità sorprendente, raggiunge
la parte opposta del locale lasciando l’ospite a bocca aperta.
< No vi prego, non toccatemi!
Il motivo per cui mio padre sa tutto su quei mostri è che, mio malgrado, sono diventato uno di loro!
Non ho mai voluto aggregarmi al branco e, nelle notti di luna piena, mi faccio incatenare in cantina per non
fare del male a nessuno. >
sospira cercando di dominare la rabbia, giocherellando con una pigna dorata.
Edith interviene:
< Siamo veramente spaventati, dopo il calar del sole, nessuno esce più di casa. Forse un po’ della magia del
Natale potrebbe risolvere le cose!
Come se ciò non bastasse, negli ultimi giorni dal terreno sono sbucate strane piante, la città ne è
infestata.
Prima solo un germoglio, poi le foglie e da questa mattina degli stani frutti che paiono ponfi rosso sangue,
guarda tu stesso!>
così dicendo sposta la tendina dalla finestra.
Iniziano a cadere piccoli fiocchi di neve e tutti, per un attimo, si perdono nell’atmosfera dimenticando le
preoccupazioni.
Improvvisamente un boato spezza l’incantesimo. I frutti vermigli si spalancano contemporaneamente e ne
emergono degli enormi insetti mostruosi. Uno sciame così grande da oscurare la luce del sole.
Le persone per strada sono terrorizzate, tutti tentano di fuggire e di mettersi al riparo correndo, il terrore di
dilaga.
Nick spalanca la porta e corre fuori, seguito da Santa Klaus.
Il tempo di raggiungere l’ultimo
scalino
prima del vialetto e le creature sono già scomparse, lasciando uno
scenario surreale.
Vetri infranti, auto ribaltate, piante sradicate e uno strano odore di zolfo nell’aria.
Ciò che sconcerta maggiormente è che coloro che sono stati punti dai misteriosi insetti, giacciono, come
addormentati e la loro pelle ha assunto un colore verdognolo.
Uno di quei piccoli mostri sbuca improvvisamente da un cespuglio e punge Santo su una mano, per poi
cercare di raggiungere Nick.
Il giovane lo afferra con rapidità, lo schiaccia tra le dita artigliate e, ormai vittima del terrore e della rabbia,
lo divora stritolandolo tra le fauci poderose, dilaniandolo con i denti aguzzi.
Dopo un lasso di tempo indefinibile, riesce finalmente a calmarsi, nota che alcuni sono riusciti a scappare da
questo attacco e stanno provvedendo ai soccorsi ma anche Santa Klaus giace a terra, privo di sensi e con la
pelle dello stesso colore degli alberi di Natale da lui tanto amati.
I soccorritori lo portano in ospedale con altre centinaia di persone.
I medici sono disperati, non sanno come intervenire e temono che i loro concittadini possano trasformarsi in
strani esseri crudeli e demoniaci.
Solo Nick, che si considera già un mostro, si aggira per i corridoi da quasi due giorni, cercando
disperatamente una soluzione, fissando le decorazioni sperando di ricevere ispirazione.
Guarda continuamente l’orologio.
Tra meno di dodici ore sarà Natale e per colpa sua Babbo Natale non sarà in grado di consegnare i doni.
Sente il sangue pulsare e scorrere sempre più caldo nelle vene, quasi bruciante, non riesce a dominare la
rabbia e, con sgomento, sente gli artigli allungarsi, le zanne perforare le gengive. E’ dolorosamente
consapevole della sua trasformazione.
La ragione non riesce più a dominare l’istinto e, improvvisamente, si avventa sul collo dell’anziano barbuto e
lo morde con vigore.
Santa Klaus riprende istantaneamente il suo colorito normale, apre gli occhi e si guarda intorno stupito.
Il giovane licantropo ha ripreso le sembianze umane e si è rannicchiato in un angolo della stanza in lacrime,
vittima del rimorso.
Santo lo raggiunge e sorridendo lo ringrazia
< Grazie mio giovane amico>
Nick lo fissa come se vedesse uno spettro
<Tu sei immune al veleno di quegli insetti e hai mantenuto la tua bontà d’animo, con il tuo morso mi hai
iniettato l’antidoto! Su, abbiamo molto da fare, tu devi salvare una città e io … >
<Tu devi correre e salvare il Natale!> risponde il giovane tra le lacrime indicando la slitta magicamente
apparsa nel cortile dell’ospedale.
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2 commenti
Giovanna
Questo breve racconto mi è piaciuto molto, penso proprio che lo racconterò alla prima occasione ai miei nipotini.
OurFreeTimeBlogStaff
Grazie !