Cosa sapete di Fernanda Romagnoli?
Il quotidiano, la malinconia e la dualità. Versi toccanti per un’artista incompresa
Fernanda Romagnoli nacque e morì a Roma nel secolo scorso.
Artista dalla scrittura limpida, diretta, capaci di trasmettere emozioni con poche righe, non fu compresa ed apprezzata in vita.
Dalla personalità schiva e riservata non ci ha lasciato molte informazioni bibliografiche.
Sappiamo che era moglie di un ufficiale e che viaggiò molto per seguirlo nei vari incarichi a lui assegnati. Moglie e madre non rinunciò mai alla sua passione per la poesia, caratterizzata da una cadenza quasi musicale che ricorda in qualche modo le sinfonie per pianoforte, strumento che sapeva utilizzate con maestria.
Come spesso accade , Fernanda Romagnoli, non fu compresa dai suoi contemporanei. Troppo moderna, comunicativa, forte e fragile allo stesso tempo in quella dualità a lei tanto cara.
Lei stessa sembrava consapevole della sua originalità , della difficoltà ad adattarsi alle rigide convenzioni legate alla poesia e al ruolo della donna.
A tal propositi vi riporto un piccolo passaggio da “Il tredicesimo invitato”
Grazie – ma qui che aspetto?
Io qui non mi trovo. Io fra voi
sto come il tredicesimo invitato,
per cui viene aggiunto un panchetto
e mangia nel piatto scompagnato.
e fra tutti che parlano – lui ascolta.
Fra tante risa – cerca di sorridere.
Qui si può notare il senso di smarrimento, la sensazione di essere “di troppo” di non sentirsi nel contesto giusto.
Fernanda era molto abile anche nel descrivere il quotidiano, le piccole cose, le abitudini, i rituali.
Tra le sue poesie ne ho scelta una in particolare che vorrei proporvi.
Rito
Mia madre celebrava la mattina
con un caffè solitario.
Filtravano dalla cucina
neri aromi in un chiaro di gesso.
Toccavano rumori la parete
per farsi indovinare
da me, che silenziosa
sorridevo nel buio «vi conosco!»Mia madre la mattina
stava sola di là, come Dio
sta sulla terra e sul mare.
Prendeva il giorno nelle sue mani rosse,
assegnava alle cose il loro posto.
Come farà, che adesso
sola fatica delle sue mani è stare
incrociate sul petto.
Da : L’ombra delle parole
Il rito quotidiano del caffè al risveglio, la normalità e la semplicità di un gesto ripetuto che si impregna nella memoria e nello spirito di chi lo ha visto e vissuto decine di volte.
La dolcezza e la delicatezza con cui questo ricordo si intreccia con la sottile tristezza, consapevole e profonda che accompagna la perdita di una persona amata.