Un architetto, un mistero, un quadro…
Un giallo moderno e dinamico ambientato nella suggestiva città di Venezia
Autore Giancarlo Bosini
Titolo Venezia soluzione estrema
Pietro Macchione Editore
Formato 12×19
Pagine 136
Anno di edizione 2020
Isbn 978-88-6570-645-9
Giancarlo Bosini
Collana i Gialli
La storia
Venezia, ultimi decenni del Novecento. Dopo aver accettato di lavorare alla trasformazione del monumentale Mulino Mendel in un esclusivo complesso alberghiero, l’architetto Luigi Bellotti
scopre che esiste una trama segreta per affossare l’operazione e che inoltre tra le mura del Mulino si celano molti enigmi irrisolti.
Un quadro reso ancora più cupo da un omicidio e da alcuni versi profetici di Nostradamus, che sembrerebbero confermare l’esistenza di una misteriosa maledizione.
Dopo un incidente sospetto, dal quale si salverà per puro caso, Bellotti intraprende con tenacia un viaggio tra presente e passato che lo condurrà ai fatti lontani in cui tutto ha avuto origine,
portando in superficie verità occultate da anni.
Una storia liberamente ispirata alle vicende del Mulino Stucky di Venezia, oggi Grand Hotel di una famosa catena alberghiera.
L’autore
Giancarlo Bosini, architetto milanese e autore di romanzi gialli:
- nel 2011 ha pubblicato “Orazio & Company” (Edigiò Edizioni),
- “I disperati casi dell’ispettore Tombini”(Edigiò Edizioni, 2014),
- “Giallo Milano” (0111 Edizioni, 2016)
- “Misteriosi delitti all’Isola di Milano” (Pietro Macchione Editore, 2018).
- Con Macchione Editore, come autore, ha inoltre partecipato alla realizzazione dell’antologia “Noi e il Sessantotto” (2018)
- “I Navigli di Milano” (2019).
Prologo
L’umidità densa e viscida sembra filtrare dalle pareti di questa stanza.
Guardo il corpo nudo di Isabella disteso sul letto.
Mi arrotolo un’altra sigaretta, l’accendo, tiro un’ampia boccata.
Lei mi fissa.
“Accidenti, ma quante ne fumi?”
“Devo andare,” le dico “il battello sta per partire.”
È ancora presto e Venezia, silenziosa e tranquilla, sembra una cittadina addormentata d’altri tempi,
tanto che pare di ritrovarsi dentro a un quadro del Canaletto.
Venezia, città d’acqua e di terra, antica e contemporanea, città d’arte e città operaia,
con i suoi canali, le sue gondole e i mille riflessi sull’acqua.
Respirando la sua aria, mi accodo a un gruppo di turisti e salgo sul vaporetto con la tela sotto il braccio.
Mentre scivoliamo lentamente sulla laguna alla volta di Murano, ripenso a solo pochi giorni fa.
Ricordo la mia segretaria schiudere leggermente la porta, infilare la testa e soffermarsi un po’,
come se avesse voluto annusare l’aria.
“Architetto!”
mi diceva con aria di disapprovazione, aprendo la finestra
“Meglio arieggiare un po’. C’è qui l’avvocato della cosa delicata.”
“Ah sì, fallo passare.”
“Dirò che è ancora occupato per qualche minuto. Qui non si respira.”