Le melodie della tempesta (1)
Passione scrittura

Recensione “Il Viaggio” di Marco Lazzarini

Un viaggio complesso verso la Terra Santa

Uno spaccato di vita, una narrazione accorata ed intrigante attraverso il diario di un monaco

La mia opinione

 

Ho da poco terminato la lettura di questo lungo diario. In primo luogo vorrei fare i complimenti all’autore per le scelte coraggiose, un genere narrativo complesso, una vicenza che si svolge nel passato e che quindi implica una serie di ricerche, di studi, una certa attenzione a particolari riferiti a cultura, usi e costumi dell’epoca e un tono narrativo complesso. L’autore del diario è un frate sulla fine del XIII secolo, un uomo probabilmente molto diverso dall’autore che vive ai giorni nostri. Per poter scrivere un diario è necessario “vestire” i panni di chi lo scrive e Marco, a mio avviso, ci è riuscito molto bene. La trama è semplice e complessa allo stesso tempo: racconta uno spaccato di vita del frate ed è affascinante vedere come lo spostamento di “pochi chilometri” dall’eremo alla cittadina più vicina possa apparire un’avventura irta di difficoltà e pericoli. In quanto uomo di Dio, all’epoca, il pover uomo è visto con ammirazione mista a soggezione e la maggior parte delle persone che incontra lo accoglie donando spesso i loro pochi averi ma si avverte che si tratta di una generosità verso il “ruolo” che riveste più che verso l’uomo. Dopo aver affrontato questo viaggio il frate si sente strano, è come se la vita all’eremo, che per tanti anni ha rappresentato la normalità e la sicurezza gli fosse stretta, così al presentarsi dell’occasione decide di intraprendere una vera e propria avventura e raggiungere la Terra Santa ma in questo caso, in quell’epoca, a piedi, senza cibo o denaro, si tratta di un’ardua impresa anche per un religioso. Nel diario vengono spiegati nel dettaglio, avvenimenti, incontri, sensazioni. La scrittura è fluida e ricca di dettagli interessanti, le emozioni vengono espresse ma spesso non “approfondite”, in un altro contesto, da lettrice, lo avrei considerato una “pecca” ma qui è perfetto per ciò che ho espresso precedentemente. Un povero frate vissuto nella seconda metà del 1200 non è abituato a scavare nel proprio animo,gli è stato insegnato che davanti alle difficoltà l’arma più potente è la preghiera, che nel momento della paura e dello sgomento la cosa migliore da fare è non pensarci troppo e proseguire ed è esattamente ciò che fa. Non sono un’esperta e non sono in grado di dire se le ambientazioni e le scene sono “storicamente” coerenti con il periodo storico scelto come ambientazione ma mi ha davvero colpita questa capacità di proiettare il lettore in un’altra realtà, mi ha permesso di riflettere.

SCONSIGLIATO: A chi non apprezza la formula del diario, a chi non ama la lettura lenta da assaporare, a chi è in cerca di battaglie cruente o principesse nei castelli

CONSIGLIATO: A chi cerca qualcosa di più di una semplice narrazione, a chi non vuole dimenticare che l’esistenza non è solo ciò che viviamo e conosciamo quotidianamente ma che può essere molto diversa in altri contesti e situazioni, a chi ama le atmosfere d’altri tempi, a chi vuole vedere le cose con “occhi diversi” ma senza troppi suggerimenti sulle chiavi di lettura

 

Per concludere permettetemi di riportare la nota iniziale perché di una certa rilevanza:

“Grazie per aver acquistato questo libro.
L’intero ricavato dell’autore sarà destinato a
contribuire alle spese per le terapie
riabilitative per una bambina affetta da una
rara sindrome genetica.”

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