Le cronache di Oaksage Town

“Le Cronache di Oaksage Town” di Alessandro Stringhini

Il lato mostruoso che è in ognuno di noi

Disponibile dal 9 Ottobre

Una saga fantasy che lascerà il segno. Tra magie e combattimenti, emergerà il lato oscuro delle origini dei cinque personaggi, alla ricerca di un passato che ignorano loro stessi.

Ma la chiave in grado di aprire tutte le porte li condurrà, nel bene e nel male, verso la sorte che li attende.

Le Cronache di Oaksage Town (Edizioni Horti di Giano), il romanzo d’esordio nato dalla penna di Alessandro Stringhini, è un fantasy coinvolgente, pieno di colpi di scena e dal significato profondo, adatto a tutte le età, sia ragazzi che lettori più impegnati.

Disponibile dal 9 ottobre 2020 sul sito dell’editore

Trama

Cinque adolescenti dalle vite complicate, incatenati nei problemi ai loro occhi insormontabili, tipici della loro età, si ritrovano nella biblioteca di Oaksage Town, la cittadina in cui sono cresciuti.
Mentre una neve incessante incatena la città nella morsa del gelo, il loro destino è legato alla sparizione di un professore della scuola che frequentano.
Sarà l’essenza stessa della biblioteca a condurli in un’intricata avventura più grande di loro, tra creature fantastiche e personaggi delle fiabe e delle leggende appartenenti al folklore e alla tradizione popolare.
Un libro che parla di amicizia e di tradimento, di cultura e di tradizioni. Un libro carico di simbolismo e d’immaginazione, che può nutrire le emozioni di chi lo leggerà.
Le Cronache di Oaksage Town è il romanzo di apertura di una saga che lascerà il segno nel tempo.

 

L’autore

Alessandro Stringhini, classe 1993, nato e cresciuto a Codogno, in provincia di Lodi. Ha studiato Scienze e Tecnologie Erboristiche presso l’Università degli Studi di Milano.

Da sempre appassionato di libri, musica, teatro e serie TV, prende ispirazione da queste arti per i suoi racconti e le sue storie.

Eterno sognatore e eterno Peter Pan, nel genere fantasy trova sempre la magia di cui anche il mondo reale ha bisogno.

Ha una vera e propria ossessione per i quaderni, perché sostiene che ogni storia necessiti del suo spazio per poter essere raccontata nel modo migliore.

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