Rece Il topolino Martin
Passione scrittura

OurFreeTime Recensione “Il topolino Martin” di Daniela Villa

Indipendenza, amicizia, amore incondizionato e…

La storia di un simpatico topolino capace di guardare oltre

La mia opinione

 

Adoro leggere le storie per bambini e ragazzi, mi fanno ripensare all’infanzia mia e dei miei figli, quando la sera prima di dormire amavo ascoltare, leggere, raccontare, talvolta inventare storie fantastiche dal sapore di magia e fantasia. Il topolino Martin è un personaggio simpaticissimo, ingenuo e capace di un’enorme fiducia nel mondo e negli altri. Un topo che fa amicizia con un umani speciali e animali improbabili. Tanti i messaggi contenuti nella storia ma vorrei soffermarmi su uno in particolare, l’amicizia, quella vera, ti permette di raggiungere risultati che sembrano impossibili, di vivere sereno, di vedere il bello e il buono in tutto e tutti. Gli amici non devono necessariamente essere come noi, possono essere anche molto diversi, avere interessi, bisogni, caratteristiche completamente differenti ma l’affetto, il legame indissolubile che si crea con alcuni diventa, giorno per giorno una risorsa molto potente.

SCONSIGLIATO: A chi ha dei preconcetti sulla possibilità di creare un legame profondo con chi è diverso da noi, a chi si ferma alle convenzioni
CONSIGLIATO: A chi vuole leggere valori profondi tra le righe, a chi vuole rivivere la magia dell’infanzia, a chi non ha paura delle differenze

 

 

Erano giorni ormai che il povero Martin stava camminando,
e aveva trovato solo pochi semini da mangiare. La sua
pelliccia marrone chiaro era tutta sporca e arruffata. Era stanco,
e ogni volta che si addormentava fra l’erba alta e secca, sognava
di addentare una grossa forma di formaggio. E quando si
svegliava, il ricordo di quel sogno gli faceva sentire ancora di più
la fame. Fino a qualche giorno prima viveva in una vecchia casa,
rubava il cibo dalla cucina e amava la musica dei dischi che
l’anziana signora ascoltava ogni pomeriggio mentre sorseggiava
una tazza di tè sulla poltrona. Martin la chiamava “anziana
signora” sebbene conoscesse il suo nome – l’aveva sentito dire
dai nipotini che venivano a farle visita – ma quando era piccolo,
la sua mamma gli aveva sempre detto di non dare troppa
confidenza agli umani. Quando il cielo si faceva buio e l’anziana
signora spegneva tutte le luci di casa, Martin andava a dormire
nel suo rifugio in soffitta. Insomma, per essere solo un piccolo
topolino di campagna, Martin conduceva una vita da re. Una
mattina, però, non fu il solito rumore della vecchia macchina del
caffè a svegliarlo, ma un suono ben diverso, e assai più
spaventoso.

 

Lella Dellea
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