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OurFreeTime Recensione “Sei Mesi di Prova” di Federica Fantini

Sei mesi di prova

OurFreeTime Recensione “Sei Mesi di Prova” di Federica Fantini

Ironico e divertente racconto della prima esperienza di lavoro di un giovane neolaureato

Si parla spesso delle difficoltà dei giovani all’ingresso nel mondo del lavoro. Questo racconto, in chiave romanzata ed ironica, vi permetterà di vivere l’esperienza di sei mesi di prova tramite gli occhi di un tipico neolaureato italiano nel periodo pre pandemia.

La mia Opinione
Un racconto ironico e “genuino” come si può intuire dalla copertina. La narrazione è scorrevole e gli eventi narrati tragicomici, in più punti mi ha strappato un sorriso, in altri mi sono innervosita parecchio immedesimandomi nei panni del protagonista. Federico è il classico ragazzo della porta accanto, una di quelle persone che potremmo incontrare quotidianamente in ascensore o sui mezzi pubblici, un giovane apparentemente “insignificante” a cui spesso non si presta attenzione. Il romanzo invece ci ricorda che di Federico Fantoni l’Italia è piena. Giovani neolaureati alla ricerca del primo impiego “vero”, che si accostano alle aziende e ai colloqui ricchi di speranze e paure, temendo di non essere “abbastanza” per questo mondo di adulti e invece…
Dopo poco tempo i ragazzi, che sono insicuri e inesperti ma dotati di un cervello, realizzano che la realtà è meno attraente e gratificante di quanto si aspettassero e che in molti casi l’apparenza inganna, lo si capisce chiaramente da molti episodi narrati e dall’opinione di Federico nei confronti di Paola o dei colleghi. Una lettura leggera e piacevole, senza pretese ma capace di raccontare in chiave ironica una situazione più comune di quanto si pensi
SCONSIGLIATO: A chi vuole crogiolarsi nel mito della perfezione del posto di lavoro, a chi non ama mettersi in discussione, a chi crede che i giovani debbano solo subire in silenzio
CONSIGLIATO: a chi vuole sorridere ma anche riflettere, a chi crede che il suo posto di lavoro sia il peggiore al mondo ( potrebbe scoprire che c’è anche di peggio), a chi vuole vedere la prima esperienza lavorativa con occhi diversi
Lella Dellea

Oggi Paola mi ha coinvolto in una riunione alla quale ho partecipato come spettatore muto.

Era un meeting di alto livello, in quanto si riunivano tutti e tre i dirigenti di questo ente.

Comunque, Paola doveva presentare dei dati, e io ho avuto ancora oggi modo di constatare che lei è veramente brava.

È precisa, quello che dice è sempre motivato.

Tant’è che,

nonostante il meeting si svolgesse in un’auletta senza finestre e con poco ossigeno,

nel bel mezzo del pomeriggio e con il pranzo per traverso,

io sono rimasto sveglio senza difficoltà e ho capito tutti i nodi della questione.

Lo stesso non si può dire degli altri.

Sgherla (dirigente n.1, il capo supremo e incontrastato di tutto l’ente)

è rimasto per tutto il tempo a farsi i fatti suoi…

Certo, è facile pensare che in quel momento si stesse occupando di affari ben più urgenti e importanti,

ma comunque, a conti fatti,

che Paola si stesse sbracciando per lui non gliene importava un fico assoluto.

Il dirigente numero 2, tale Lorenzo Cardi, è un giovane rampante e fin troppo su di giri.

Ha interrotto Paola un milione di volte, forse nel tentativo di sembrare propositivo,

ma senza mai arrivare al cuore del problema…

Il dirigente numero 3, che di nome fa Arnico De Bellis, è un cinquantenne dai modi pomposi e sofistici vecchio stile…

Forse ritiene di essere un uomo di grande fascino e cultura.

A me ha fatto l’effetto opposto.

Le sue argomentazioni mi sono parse farraginose e anche faziose.

Voleva a tutti i costi andare contro Paola, ma senza una ragione concreta,

solo per partito preso, perché voleva mostrare di essere più intelligente e capace.

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