La logica schiacciante di un calzolaio amico di un “ispettore capo”
Mentre ero intento a cucire a macchina il manico di
una borsa, ecco Antonio bussare al vetro, tutto
imbronciato.
«Che succede?».
«Abbiamo preso le planimetrie ma non abbiamo
scoperto nulla».
«Potessi vederle ti potrei aiutare, chissà se non mi
viene in mente qualcosa».
Lui tutto sorridente tirò fuori dalle tasche alcuni
fogli ripiegati e mi rispose sorridendo:
«Ma io ci avevo pensato…».
La mia opinione
Una lettura piacevole, mi ha ricordato in qualche modo alcune fiction televisive, come “Don Matteo” o “I carabinieri” dove la logica comune a volte risolve misteri che paiono complessi. Un’indagine, un ufficiale delle forze dell’ordine che se ne occupa e un amico, che nella vita fa altro, che lo aiuta a cambiare prospettiva, a guardare oltre e a risolvere il caso. La trama era intrigante, gli indizi forniti con il contagocce nei momenti più opportuni e lasciando al lettore la possibilità di formulare ipotesi. Ho apprezzato la capacità dello scrittore di passare dalla prima alla terza persona in modo fluido, cosa non da poco per un emergente. I personaggi sono ben descritti e il legame tra il calzolaio e l’ispettore capo si intuisce in modo chiaro. Simpaticissima la figura dell’agente Rinaldi, con la sua parlata romanesca e interessante la presenza frequente di una tazza di caffè, tipica abitudine italiana. La narrazione ha saputo equilibrare dubbi, supposizioni, sorrisi e leggerezza.
SCONSIGLIATO: A chi cerca un giallo stile CSI, a chi spulcia ogni dettaglio dell’indagine in modo maniacale, a chi si concentra più sui dettagli che sul quadro generale del racconto.
CONSIGLIATO: A chi ama “giocare al detective” ma non vuole addentrarsi in dettagli troppo macabri, a chi si immedesima nei luoghi e negli eventi con facilità, a chi ama la leggerezza e crede nell’amicizia disinteressata.
Lella Dellea
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