Dopo la recensione di First Love Inn (che puoi leggere qui), oggi vorrei parlarvi di un testo originale e particolare: Voglio comprare la felicità di Chiara Zaccardi. Questo libro mi ha colpito nel profondo e non vedo l’ora di condividere con voi le mie riflessioni.
Un racconto che ti entra dentro
Hai mai avuto la sensazione di essere “cristallizzata” in una vita che non ti rappresenta? Io sì, ed è una delle tante emozioni che questo libro mi ha fatto provare. Voglio comprare la felicità è un lungo flusso di coscienza, una sorta di diario in cui la protagonista parla agli altri, ma soprattutto a sé stessa.
La protagonista ha appena vent’anni, ma vive senza entusiasmo, come se fosse “cristallizzata dentro un blocco di ghiaccio” (“Cerco di urlare o di rompere la barriera che mi separa dal mondo ma nessuno mi sente, nessuno mi aiuta”). Questo mi ha colpito profondamente: a quell’età dovresti avere la vita davanti, non sentire un peso insostenibile sulle spalle.
Da donna e mamma di figli quasi coetanei, mi sono chiesta: stiamo togliendo noi adulti la gioia ai giovani con le nostre aspettative, le paure e le insicurezze? Non ho trovato una risposta definitiva, ma questo è il bello di questo libro: ti pone davanti domande che restano a frullarti in testa.
Uno stile semplice, ma non banale
Chiara Zaccardi ha una scrittura diretta, ironica, ma con una profondità che non lascia indifferenti. Dietro la semplicità delle parole si cela uno sguardo disincantato sul mondo, che fa riflettere senza mai risultare pesante.
Ad esempio, quando la protagonista riflette sui social media, troviamo frasi come: “Sarebbe rilassante vivere in un mondo al buio, dove nessuno sa più niente di nessuno a meno che non lo cerchi davvero” . Non trovi che sia una prospettiva intrigante?
E poi c’è una frase dell’autrice che mi ha letteralmente scosso: “Un libro deve frugare nelle ferite, anzi deve allargarle. Un libro deve essere un pericolo”. Questa è l’essenza di Voglio comprare la felicità: un testo che non ha paura di farti male per aiutarti a crescere.
Il finale: un raggio di speranza
La parte che mi è piaciuta di più? Sicuramente il finale. Senza fare spoiler, posso dirti che ci ho visto una liberazione, una rivincita, un primo passo verso la felicità tanto cercata. È quel momento che ti fa chiudere il libro con un sospiro, pensando che forse qualcosa di buono può ancora accadere.
Un libro per chi ama riflettere
Voglio comprare la felicità non è un libro per tutti. Se cerchi una storia leggera e spensierata, questo non è il testo adatto. Ma se sei disposto a scavare sotto la superficie, a lasciarti interrogare e, magari, a scoprire qualcosa di nuovo su di te, allora questo libro è perfetto.
Ti consiglio di leggerlo se:
- Cerchi una lettura breve ma intensa, che faccia riflettere.
- Vuoi un libro capace di scuoterti e di farti vedere il mondo da una prospettiva diversa.
Non te lo consiglio se:
- Preferisci letture leggere senza impegno emotivo.
Conclusioni
Voglio comprare la felicità è un libro che ti entra dentro. Ti fa pensare, ti scuote e, se glielo permetti, ti cambia un po’. Se deciderai di leggerlo, fammi sapere cosa ne pensi: sono curiosa di confrontarmi su queste pagine così ricche di spunti.